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Il volume ricostruisce e interpreta il fenomeno della "guerra ai civili", cioè delle stragi compiute dall'esercito tedesco ai danni della popolazione toscana durante i venti mesi dell'occupazione. Oltre 200 crimini di guerra, che costarono la vita a circa 3.650 persone, più di metà delle quali donne, bambini e anziani. Sulla base dell'amplissima documentazione consultata, Fulvetti conferma la presenza, a monte di questi episodi, di una strategia metodica e non certo episodica, elaborata dal comando della Wehrmacht e messa in pratica con la compartecipazione delle diverse articolazioni militari. Il caso della Toscana - una delle regioni italiane più duramente colpite diventa così una cartina di tornasole per riflettere, nella prospettiva del "carnefice" che si fa occupante, sulle specificità della guerra ai civili nazista e sulla sua dimensione "plurale". Il libro tratteggia anche una sorta di "cronografia della violenza", individuando cioè alcune fasi della guerra ai civili toscana, definite da coordinate sia fisico-spaziali (non tutte le aree della regione sono colpite alla stessa maniera) che temporali, tra il settembre 1943 e l'aprile 1945. L'autore elabora poi alcune "tipologie del massacro" che consentono di comprendere le diverse finalità delle stragi: le rappresaglie, i rastrellamenti antipartigiani, la politica della terra bruciata e l'arresto sistematico degli uomini adulti, una migliore gestione della ritirata e del contesto strettamente militare.